CORONAVIRUS: I MINORI DI 16 ANNI SONO SOGGETTI “PORTATORI SILENTI” CON MAGGIORI PROBABILITA’ DI SVILUPPARE INFEZIONI E CONTAGI. LO STUDIO


 — La contagiosità dei minori per fasce d’età da vaccinare subito, secondo lo studio.
 — Ricercatori dell’Università di Yale interpretano, a loro giudizio, i contagi e le infezioni per età.
I ricercatori di Yale nella rivista scientifica JAMA Network  mettono in chiaro la trasmissione della malattia per età in 6 gruppi distinti: da 0 a 4, da 5 a 10, da 11 a 18, da 19 a 49, da 50 a 64 e da 65 anni in su; dati studiati e ottenuti nel periodo trascorso seguente: 12 dicembre 2020/26 febbraio 2021.

I contagi si realizzano purtroppo  tra soggetti pre-sintomatici. Persone che, privi di virus, hanno maggior frequentazioni in libertà, esponendo al rischio di contagio altri individui. Si tratta della cosiddetta “contagiosità silente” di cui i bambini rappresentano (o rappresenterebbero) i principali portatori.

Ecco alcune simulazioni di laboratorio emerse dallo studio:

  • Con l’11% delle “infezioni silenti” tra i bambini in  2 giorni e il 14% in 3  i tassi di attacco sarebbero meno del 5% con almeno il 40% degli adulti vaccinati;
  • Contrariamente, se le infezioni tra bambini non venissero rilevate, la percentuale di attacco del virus crescerebbe di molto e richiederebbe piu’ dell’81% di vaccinati in tale fascia di età per avere maggiore sicurezza e oltre il 40% di vaccinati tra le persone adulte.

Lo studio rivela in pratica che “i bambini hanno una carica virale significativamente più alta” rispetto agli adulti per i quali occorrono cure intensive e accurate. Dunque i più piccoli sarebbero “una fonte nascosta di infezione con ruoli rilevanti di contagio nelle varie comunità”. Quelli di età inferiore ai 16 anni rappresentano la categoria più a rischio.

Secondo lo studio, che per altro rimane tale, occorrerebbe una copertura vaccinale tra i bambini a seconda delle varie fasce d’età dette.

 

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